Dimitri Milesi Art
DIMA
DIMA
Dima è il cammino di un’anima inquieta, la voce interiore di un uomo che, nel narrarsi, si fa maestro, cercatore, testimone.
Dimitri — che in ucraino diventa Dima — attraversa il tempo e le sue ferite con una domanda semplice e disarmante: perché gli esseri umani non riescono a mettersi d’accordo senza ferirsi, senza distruggersi? È questa la scintilla che accende il viaggio: non una fuga, bensì un pellegrinaggio alla ricerca della verità.
Dima è un ragazzo, un uomo, un essere umano che si smarrisce e si ritrova più volte. Le sue vicissitudini lo conducono infine in una capanna, luogo essenziale e silenzioso, dove l’illuminazione lo raggiunge non come visione astratta, ma come verità viva e concreta: la vita stessa è il fondamento, la risposta, la via.
La vita biologia, semplice e misteriosa: nascere, crescere, amare, creare, morire: un gioco irripetibile di razionalità e mistero, di ordine e imprevedibilità.
Da questa rivelazione nasce un movimento, spontaneo e umano, che invita le persone a ritrovare la propria indipendenza profonda — al di là di religioni, ideologie, appartenenze precostituite.
Un richiamo all’essenziale, all’autenticità, a un’esistenza non più imposta, ma scelta.
Una profezia antica aveva annunciato che Dima avrebbe vissuto fino a 104 anni. E così accade. Ma ciò che resta di lui non è soltanto la leggenda: è la voce limpida di chi ci ricorda che la vita è l’unica verità, e che la nostra libertà più grande è imparare ad abitarla con pienezza, fino all’ultimo respiro.
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